Ricomprarsi le sensazioni

Ultimamente mi capita spesso: rivedere, su internet o in qualche mercatino di oggetti usati, cose della mia infanzia. E mi capita di ricomprarle.

E’ incredibile la sensazione che si ha toccandole con mano.

Un album di figurine, ad esempio. Lo avevo avuto tra le mani tanti anni fa. Se qualcuno mi avesse chiesto come era fatto, cosa c’era dentro, non avrei ricordato quasi niente. Invece prendendolo e sfogliandolo, sono stato catapultato all’istante a quegli anni. Ho ricordato le figurine, il tempo impiegato a raccoglierle, i giochi con gli amici, le emozioni di quando aprivo le bustine, spesso comprate all’angolo del viale Augusto a Fuorigrotta, quando andavo dai nonni.

O anche il giradischi Geloso, su cui ascoltavo le Fiabe Sonore. E le imparavo a memoria.

I distintivi che applicavamo ai grembiulini alla scuola elementare.

Un aeroplanino di plastica che facevamo volare sulla spiaggia, con le ali applicate a un ferretto che oggi nessuno venderebbe perché assolutamente fuori da ogni regola di sicurezza.

O magari dei giochini che desideravo da piccolo ma non avevo mai potuto avere.

Alcune cose mi sono venute in mente ma non sono capace di trovarle: i piattelli di plastica con cui giocavamo a bocce sul pavimento, un Pulcinella che batteva i piatti mentre lo spingevo, i coccoli che uscivano dai formaggini Mio. Prima o poi li troverò.

Intanto mi sono ricomprato alcune sensazioni. Ed è stato bello.

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