Il segreto di Pico

Il thriller storico è un genere piacevole, in quanto innesta vicende fantasiose in un contesto reale.

Ed è quindi l’occasione per entrare a contatto con mondi passati, viverli dall’interno, comprenderne aspetti che sui libri di storia a volte non emergono.

E’ il caso di questo libro, ambientato nella Firenze rinascimentale, che ha come filo conduttore le indagini sulla morte misteriosa di Giovanni Pico della Mirandola, uno dei più importanti studiosi del tempo, famoso fino ai giorni nostri per la prodigiosa memoria che gli consentiva di ricordare intere opere letterarie. Si entra a contatto, lungo la narrazione, con altri personaggi famosi dell’epoca: Savonarola, Marsilio Ficino, il Papa Alessandro VI Borgia, Sandro Botticelli, la dinastia dei Medici, il Re di Francia.

E’ proprio quest’ultimo, amico del Conte della Mirandola, che incarica un suo uomo di fiducia, Jean-Giovanni Rollet, di indagare.

Emergono durante l’indagine intrighi, gelosie, che vedono protagonisti soprattutto uomini di Chiesa, ancora molto attaccati al potere temporale dello Stato Pontificio, e contrari alle teorie evolute di Pico, che davano all’arbitrio umano un’importanza fondamentale nello sviluppo della persona, delle sue azioni, delle sue scelte.

Una Firenze un po’ lontana dall’idea di splendore che ci viene dallo studio del Rinascimento, dilaniata dai conflitti interni, mortificata dalle dure omelie del censore Savonarola, che per questo fece poi una brutta fine, ma anche ricca di artisti come Botticelli, di filosofi come Ficino e lo stesso Pico. Insomma un ambiente interessante e ricco di cultura immerso e a volte sommerso dagli intrighi e dalle lotte per il potere. Nel complesso una lettura interessante e stimolante.

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